Il Brolo è laterale al Parco pubblico di Villa Bembiana che costituisce una parte del grande parco che circondava Villa Bembo Monzino (La Bembiana). Risalente all’assetto del parco originario è la lunga peschiera, che ha visto l’arricchimento con statue, che dialogano con il parco e l’antistante villa.
La ricca vegetazione crea scenari variegati, come una zona a macchia mediterranea ed alcuni bellissimi esemplari di leccio.
Villa Bembiana è esistente già dall’inizio del ‘600 e qui, nel 1918, ebbe sede l’Ufficio stampa del Comando Supremo, come appunto ricorda una lapide che dice: “In questa villa – fu redatto – il supremo Bollettino di guerra – 4 novembre 1918 – che riepilogava scultorio immortale – sentenza di Nemesi – il trionfo d’Italia – su l’Austria distrutta”. Il bollettino n. 1268 che decretava la fine della Prima Guerra Mondiale fu successivamente passato alla firma di Armando Diaz, ospite all’albergo Trieste di Abano Terme, e alla definitiva approvazione del Re, alloggiato a Villa Corinaldi a Lispida di Monselice, e infine firmato a Villa Giusti (Padova).
Nel 1799 la proprietà passa alla famiglia Acerboni, quindi per eredità ai Potti. Nella seconda metà del XIX secolo diventano proprietari i Conti Gioppi di Türkheim che sottopongono la villa ad una serie di rimaneggiamenti che fanno perdere all’edificio l’aspetto antico. Durante il Novecento si succedono nella proprietà le famiglie Scalfo, che nel 1918 abbelliscono il giardino collocando numerose statue, e i De Bastiani, che invece piantano il bel vigneto sul colle.
La Villa inserita nel suo famoso parco posto su un declivio, sorge a Monterosso di Abano Terme e forse fu casa di campagna dell’illustre letterato (poetra, storico e filologo) Pietro Bembo, come vuole la denominazione della villa che si qualifica come “Villa Bembiana”. Il complesso è composto dal corpo padronale e dagli annessi, e si erge su un terrazzamento raggiungibile attraverso una scalinata; nei pressi sorge la barchessa, mentre più a sud, la casa del custode. Il Parco di Villa Bembiana, oggi appartenente al Comune di Abano Terme, all’epoca fu particolarmente curato dal consorte della contessa Monzino. Abbellito da antiche statue e da una grande vasca artificiale (peschiera), presenta una ricca vegetazione, soprattutto macchia meditterranea ed esemplari di leccio.